Centro Sanitario di S. Bakhita - Sala operatoria per interventi minori
In questa ampia struttura già appartenuta all’Ordine di Malta, la Diocesi di Yei ha aperto un centro di assistenza ai lebbrosi, un consultorio per la lotta all’AIDS, un ambulatorio per pazienti esterni di medicina generale e ostetricia nonché un piccolo laboratorio di analisi mediche. Col contributo della nostra Associazione ad agosto 2012, grazie all'impegno e al coraggio dei nostri tre volontari Dott. Mauro Zanna,. Antonio Carovillano e Antonello Bagnolo, si è iniziato a costruire un piccolo reparto operatorio per interventi minori di cui la comunità di Yei ha bisogno. Una volta ultimati e attrezzati i locali, è nelle nostre intenzioni di provvedere al periodico invio di medici chirurghi volontari dall’Italia in collaborazione con l’Associazione “Medici in Africa” di Genova.
Rapporto della missione a Yei del Dott. Mauro Zanna - Agosto 2012
ORGANIZZAZIONE DELLA MISSIONE
La missione in Sud Sudan a supporto della Diocesi di Yei, il cui vescovo è Erkolano Lodu Tombe, ha fatto seguito alla richiesta della Sig. Rosa Delle Piane, Pres. dell'Associazione "Le casette per l'Equatoria", al Prof. E. Berti Riboli, Presidente dell'Ass. Medici in Africa", di inviare un Medico con il compito di progettare la costruzione di una sala operatoria nella ex Maltheser Clinic di Yei.
L'incarico è stato affidato al Dott. Mauro Zanna, Direttore del Reparto di Medicina d'Urgenza dell'ospedale Villa Scassi di Genova.
Al Dott. Mauro Zanna sono stati affiancati i Sigg. Carovillano Antonio e Bagnolo Antonello in possesso di competenze specifiche alla realizzazione dell'opera.
Per quanto riguarda il Dott. Mauro Zanna, egli ha provveduto personalmente a coprire le spese del biglietto aereo di 1.470 euro e di 98 euro per l'assicurazione sanitaria Europ Assistance.
Mediante la Diocesi di Yei si ottenevano i necessari visti di ingresso, Le fotocopie sono state poi inviate agli interessati dal Sud Sudan non esistendo ancora una rappresentanza diplomatica di questo paese in Italia.
LOGISTICA
ll viaggio da Milano a Juba è stato effettuato con voli della Ethiopian Airlines.
Il biglietto elettronico è stato emesso dalla Agenzia Mondo Tondo di Alessandria, Via Mondovì 32. Viaggio di andata: il 4 agosto, volo ET709 da Milano Malpensa (22.50) ad Addis Ababa (06.45) e volo ET492 da Addis Ababa (14.15) a Juba (16.15).
I componenti la missione sono giunti a Juba alle ore 16.00 locali (15.00 italiane) del 5 Agosto. All'aeroporto era presente ad attenderli Padre Manuel della Diocesi di Yei con gli originali dei visti d'ingresso. Il pagamento del visto è stato effettuato dal Sig. Antonio Carovillano (100 US$ per ognuno dei tre partecipanti alla missione).
Uno dei bagagli è risultato smarrito e sarà poi consegnato dalla compagnia aerea dopo alcuni giorni.
A Juba sono stati ospitati presso la Friendship Guest House, Block D XIV Plot, Number 22, nel quartiere denominato Light Industrial Area, usata come foresteria della diocesi e da altre organizzazioni umanitarie.
Una sistemazione particolarmente disagiata a causa del fortissimo rumore di un gruppo elettrogeno di un adiacente cantiere cinese che è perdurato anche tutta la notte.
I telefoni cellulari con contratto Vodafone non hanno nessuna copertura di rete in gran parte del Sud Sudan. Un po' migliore sembra la copertura per TIM ma non è possibile farci affidamento e in pratica la soluzione più vantaggiosa è quella di acquistare una SIM Card sudanese (ad es. Vivacell) che comunque non garantisce un costante ricevimento delle chiamate dall'Italia e gli SMS sia in arrivo che in partenza.
Nel cambiare i dollari USA, in sterline sudanesi pare che non sano accettate le banconote emesse prima del 2006. Il cambio al mercato libero è più vantaggioso di quello delle banche anche se il viaggiatore in Sud Sudan deve sapere che i biglietti da 100 dollari sono quelli accettati più volentieri.
Il mattino successivo, il 6 agosto, verso le ore 9, c'è sata la partenza alla volta di Yei con la Land Cruiser Toyota modello HZJ78 della diocesi di Yei, condotta dall'autista Sig. Nicola.
Il trasferimento è durato quattro ore e mezza e non si è verificato alcun imprevisto.
All'arrivo a Yei i tre sono stati ospitati nel compound della diocesi, prossimo alla chiesa di Christ the King ed alla villetta del vescovo. Ricevuti dal Vicario Generale padre Zackaria Angotowa, sono stati loro assegnati un tukul a testa, privi di servizi igienici protetti da zanzariere alle finestre. Una zanzariera nuova proteggeva anche il letto e l'arredamento era completato da una scrivania senza cassetti ed una sedia.
Le prese elettriche (220 V) hanno l'attacco inglese coloniale, per spine piatte a tre punte; per la spina europea a tre punteci vuole un adattatore. La corrente è disponibile solo per poche ore, al mattino e alla sera, prodotta dal generatore, che purtroppo alcuni giorni è stato completamente fuori uso con le conseguenze facilmente immaginabili.
Dopo le 20.30 non c'è mai stata a disposizione elettricità.
I pannelli solari risultavano non essere più funzionanti da tempo. Nella seconda e terza settimana di permanenza la corrente è mancata quasi sempre 24/h su 24 per assenza di gasolio. In più di una occasione il Sig. Carovillano ha provveduto a pagare di persona alcuni litri di carburante per riuscire a ricaricare telefoni e personal computers.
La sistemazione è risultata del tutto insoddisfacente per l'assenza di toilettes degne di questo nome e di docce. Per tutta la durata della permanenza abbiamo sempre utilizzato, per lavarci, acqua in secchi in alcune latrine, sporche, maleodoranti e infestate di insetti di ogni tipo. Non si è mai provveduto a riparare alcun guasto per l'intera durata della permanenza nonostante le ripetute segnalazioni al Vicario Generale e al Coordinatore Sanitario. Le giustificazioni ricevute sono sempre state le stesse e cioè la mancanza di risorse per i pezzi di ricambio o di riparatori competenti.
Nelle tre settimane di permanenza sono stati serviti a pranzo e a cena riso, manioca, verdura cotta e banane. La carne è stata cucinata in una sola occasione.
Il ritorno a Juba è avvenuto con un'altra vecchia Toyota Land Cruiser, guidata questa volta da padre Manuel, il 21 agosto.
La strada è di terra e la seconda metà del percorso è molto sconnessa e in questa stagione fangosa per le forti piogge. La perdita di un perno del sistema frenante ci ha costretto a una sosta di circa un'ora a Lania, circa 60 Km da Yei, per rendere possibile l'intervento di un intraprendente meccanico.
Il dott. Zanna è ripartito per l'Italia il 22 agosto dopo una notte trascorsa in un'altra casa della diocesi di Yei a Juba, nei pressi dell'Ambasciata del Kenya. Questa volta in una stanza torrida e con un letto privo di zanzariera nonostante la presenza di nugoli implacabili di insetti. Il giorno dopo le pratiche aeroportuali sono state velocissime grazie all'assistenza di Padre Manuel. I controlli sono comunque molto superficiali e l'aeroporto internazionale di Juba è paragonabile a una piccola stazione per autobus; un solo stanzone per gli arrivi, altri due per le partenze e la sala d'imbarco. All'aeromobile si va a piedi. Una nuova aerostazione è in costruzione da parte di una società thailandese. Anche la pista (veramente corta!) sarà allungata.
Volo di ritorno: stessa compagnia, volo ET493 da Juba (17.15) ad Addis Ababa (19.00) e volo ET708 da Addis Ababa (23.45) a Milano Malpensa (05.35) con Boeing 757.
ATTIVITA', OSSERVAZIONI E PROPOSTE
La valutazione della situazione è iniziata il 7 agosto, giorno seguente all'arrivo dei componenti la missione a Yei, con un colloquio con il Vicario Generale padre Zackaria Angotowa e con il Coordinatore Sanitario Sig. Bilazio Angotowa Diaz nonché con il Angelo Diuck, laureatosi in Economia e Commercio in Italia, designato dal Vescovo Erkolano Lodu Tombe quale Coordinatore dell'Ufficio Caritas di Yei.
Il Vescovo Erkolano Lodu Tombe era in quei giorni assente perchè trattenuto a Roma da impegni istituzionali.
Il tentativo di ricevere da costoro le informazioni utili a un inquadramento della struttura risultavano vani.
Più utili risultavano i colloqui con le Suore della Mission Congregation of Servant of Holy Spirit:, l'indonesiana Maria Isabela Sabu e la ghanese Mercy Benson.
La slovacca Veronika Rackova era assente per un lutto familiare ma attraverso alcune sue e-mail mia aveva segnalato una serie di disservizi che è stato possibile verificare di persona sul posto. In sintesi la religiosa lamentava le condizioni di degrado in cui la struttura era progressivamente sprofondata, senza acqua corrente, con fornitura di corrente elettrica solo episodica, necessità di acquistare generi di prima necessità e medicine utilizzando fondi personali e prezzi in continuo aumento. E ciò anche a causa di un management che lasciava molto a desiderare con scarsa trasparenza dei bilanci e assunzioni di personale insufficienti e con criteri clientelari In particolare Mr Bilazio nonostante le ripetute richieste non ha mai acconsentito a produrre dati e fare visitare il Civic Hospital di Yei. Sarebbe stato infatti di fondamentale importanza conoscerne l'attività per non iniziare la costruzione di una sala operatoria in un contesto ove possono esistere altre priorità.
I dati relativi alla Maltheser Clinic che i componenti la missione sono riusciti ad ottenere e che sono inseriti nell'assessment realizzato in formato Excel, sono stati forniti dalle suore.
Anche il Vicario Generale Padre Zackaria Angotowa, non si è mai dimostrato disponibile a fornire una fattiva collaborazione al progetto di realizzazione della Sala Operatoria. In particolare non ha acconsentito a fornire la necessaria mano d'opera e neppure i materiali (attrezzi, cemento, sabbia). I mattoni utilizzati erano ammucchiati nei pressi del laboratorio ed erano stati fabbricati dai pazienti del lebbrosario nell'ambito di una attività riabilitativa.
Altri mattoni sono stati acquistati personalmente dal Sig. Carovillano con fondi dell'Associazione "Casette Equatoria".
Senza mezzi termini è stato detto che non esistevano fondi della diocesi da destinare alla sala operatoria e che quindi tutto il necessario doveva essere acquistato con risorse della Associazione "Casette Equatoria".
Da un colloquio con Mr Bilazio emergeva però il dato che il St Bakhita Center usufruisce attualmente di due finanziamenti dall'estero: uno per il progetto lebbra e uno per il progetto HIV. La richiesta di poter visionare il bilancio non ha ottenuto risposta.
Nei giorni seguenti si è comunque provveduto alle misurazioni dei locali prescelti e a stendere un progetto di ristrutturazione con realizzazione di una sala operatoria con annessi locali di servizio e descrizione dei percorsi.
Sottoposto il tutto al Vicario Generale Padre Zackaria Angotowa, all'Health Coordinator Bilazio e al Vescovo (nel frattempo arrivato da Roma), se ne otteneva una sollecita approvazione. Si procedeva quindi a iniziare i lavori di demolizione e successivamente di ricostruzione acquistando il materiale con fondi dell'Associazione.
Nei giorni di permanenza nella Diocesi, il dott. Zanna ha prestato servizio ogni mattina nell'ambulatorio visite ai pazienti esterni coadiuvato dal Medical Officer Sig.a Veneroda Yabu; ha visitato tutte le strutture del centro sanitario di base e del lebbrosario, parlando con le infermiere del Centro S. Bakhita e con il Medical Officer Sig. Veneroda Yabu e ha inoltre conferito con tutti i religiosi presenti (sudanesi, indiani, congolesi) e con le due suore presenti della Mission Congregation of Servant of Holy Spirit: l'indonesiana Maria Isabela Sabu e la ghanese Mercy Benson.
Nel pomeriggio ha coadiuvato i Sig. Carovillano e Bagnolo nei lavori di cantiere.
Al momento della sua partenza da Yei i lavori di costruzione delle nuove pareti erano giunte a buon punto. Il 5 settembre è poi rientrato in Italia il Sig. Antonello Bagnolo che ha riferito dell'avvenuto completamento delle tramezze murarie.
Per il restante lavoro il Sig. Antonio Carovillano non ha più a disposizione fondi e pertanto a breve rientrerà in Italia.
Il dott. Zanna ha provveduto in loco personalmente a esporre tutta la mia perplessità al Vescovo sulla possibilità di realizzare il progetto se non vincolandolo a tutta una serie di premesse:
- Reperimento fondi per ultimare i lavori in muratura e i rivestimenti
- Reperimento fondi per infissi
- Reperimento fondi per equipaggiamenti sanitari
- Reperimento fondi per realizzazione di un impianto adeguato di fornitura di corrente elettrica o alternativamente un allacciamento a una rete di distribuzione (società elettrica)
- creazione di servizi igienici adeguati
- realizzazione di una struttura di degenza postoperatoria in una ala del padiglione a croce già esistente creando un collegamento con il fabbricato ove è situata la sala operatoria
- adeguamento dell'organico infermieristico e medico
- realizzazione di un accordo con Medici in Africa per la fornitura di medici specialisti da impiegare nella costruenda sala operatoria che preveda in cambio della propria attività professionale in forma gratuita, la copertura delle spese di viaggio aereo e terrestre, vitto e alloggio durante la permanenza a Yei
- realizzazione di un progetto formativo per inserire medici sudanesi nell'attività in oggetto conferendole una progressiva crescente autonomia
CONCLUSIONI
Nonostante il Vescovo di Yei ed i suoi più stretti collaboratori abbiano espresso pubblicamente la loro soddisfazione nel corso di una riunione diocesana ed abbiano manifestato il desiderio che la missione costituisca l'inizio di una fase di collaborazione più stretta tra le organizzazioni promotrici/attuatrici e la Diocesi di Yei si ritiene che il supporto locale al progetto sia stato del tutto incompleto e insoddisfacente e complessivamente inadeguato.
L'apertura della Sala Operatoria è ancora un obiettivo lontanissimo, almeno allo stato attuale delle cose.
Il Coordinatore Sanitario e il Vicario Generale non si sono rivelate persone collaborative e affidabili.
Il Vescovo non sembra essere in possesso, al momento, quelle libertà organizzative e decisionali che dovrebbero competergli e molto spesso delega ai suoi sottoposti decisioni che dovrebbe prendere in prima persona con ripercussioni e ritardi sul corretto avanzamento del progetto.
Come già proposto da Suor Veronika forse sarebbe opportuno un rinnovamento nel management.
La sistemazione logistica riservataci non è stata buona per i motivi già esposti.
In previsione di un invio di Medici dall'Italia dovranno essere migliorati almeno i servizi igienici.
Genova, 22 settembre 2012
La missione in Sud Sudan a supporto della Diocesi di Yei, il cui vescovo è Erkolano Lodu Tombe, ha fatto seguito alla richiesta della Sig. Rosa Delle Piane, Pres. dell'Associazione "Le casette per l'Equatoria", al Prof. E. Berti Riboli, Presidente dell'Ass. Medici in Africa", di inviare un Medico con il compito di progettare la costruzione di una sala operatoria nella ex Maltheser Clinic di Yei.
L'incarico è stato affidato al Dott. Mauro Zanna, Direttore del Reparto di Medicina d'Urgenza dell'ospedale Villa Scassi di Genova.
Al Dott. Mauro Zanna sono stati affiancati i Sigg. Carovillano Antonio e Bagnolo Antonello in possesso di competenze specifiche alla realizzazione dell'opera.
Per quanto riguarda il Dott. Mauro Zanna, egli ha provveduto personalmente a coprire le spese del biglietto aereo di 1.470 euro e di 98 euro per l'assicurazione sanitaria Europ Assistance.
Mediante la Diocesi di Yei si ottenevano i necessari visti di ingresso, Le fotocopie sono state poi inviate agli interessati dal Sud Sudan non esistendo ancora una rappresentanza diplomatica di questo paese in Italia.
LOGISTICA
ll viaggio da Milano a Juba è stato effettuato con voli della Ethiopian Airlines.
Il biglietto elettronico è stato emesso dalla Agenzia Mondo Tondo di Alessandria, Via Mondovì 32. Viaggio di andata: il 4 agosto, volo ET709 da Milano Malpensa (22.50) ad Addis Ababa (06.45) e volo ET492 da Addis Ababa (14.15) a Juba (16.15).
I componenti la missione sono giunti a Juba alle ore 16.00 locali (15.00 italiane) del 5 Agosto. All'aeroporto era presente ad attenderli Padre Manuel della Diocesi di Yei con gli originali dei visti d'ingresso. Il pagamento del visto è stato effettuato dal Sig. Antonio Carovillano (100 US$ per ognuno dei tre partecipanti alla missione).
Uno dei bagagli è risultato smarrito e sarà poi consegnato dalla compagnia aerea dopo alcuni giorni.
A Juba sono stati ospitati presso la Friendship Guest House, Block D XIV Plot, Number 22, nel quartiere denominato Light Industrial Area, usata come foresteria della diocesi e da altre organizzazioni umanitarie.
Una sistemazione particolarmente disagiata a causa del fortissimo rumore di un gruppo elettrogeno di un adiacente cantiere cinese che è perdurato anche tutta la notte.
I telefoni cellulari con contratto Vodafone non hanno nessuna copertura di rete in gran parte del Sud Sudan. Un po' migliore sembra la copertura per TIM ma non è possibile farci affidamento e in pratica la soluzione più vantaggiosa è quella di acquistare una SIM Card sudanese (ad es. Vivacell) che comunque non garantisce un costante ricevimento delle chiamate dall'Italia e gli SMS sia in arrivo che in partenza.
Nel cambiare i dollari USA, in sterline sudanesi pare che non sano accettate le banconote emesse prima del 2006. Il cambio al mercato libero è più vantaggioso di quello delle banche anche se il viaggiatore in Sud Sudan deve sapere che i biglietti da 100 dollari sono quelli accettati più volentieri.
Il mattino successivo, il 6 agosto, verso le ore 9, c'è sata la partenza alla volta di Yei con la Land Cruiser Toyota modello HZJ78 della diocesi di Yei, condotta dall'autista Sig. Nicola.
Il trasferimento è durato quattro ore e mezza e non si è verificato alcun imprevisto.
All'arrivo a Yei i tre sono stati ospitati nel compound della diocesi, prossimo alla chiesa di Christ the King ed alla villetta del vescovo. Ricevuti dal Vicario Generale padre Zackaria Angotowa, sono stati loro assegnati un tukul a testa, privi di servizi igienici protetti da zanzariere alle finestre. Una zanzariera nuova proteggeva anche il letto e l'arredamento era completato da una scrivania senza cassetti ed una sedia.
Le prese elettriche (220 V) hanno l'attacco inglese coloniale, per spine piatte a tre punte; per la spina europea a tre punteci vuole un adattatore. La corrente è disponibile solo per poche ore, al mattino e alla sera, prodotta dal generatore, che purtroppo alcuni giorni è stato completamente fuori uso con le conseguenze facilmente immaginabili.
Dopo le 20.30 non c'è mai stata a disposizione elettricità.
I pannelli solari risultavano non essere più funzionanti da tempo. Nella seconda e terza settimana di permanenza la corrente è mancata quasi sempre 24/h su 24 per assenza di gasolio. In più di una occasione il Sig. Carovillano ha provveduto a pagare di persona alcuni litri di carburante per riuscire a ricaricare telefoni e personal computers.
La sistemazione è risultata del tutto insoddisfacente per l'assenza di toilettes degne di questo nome e di docce. Per tutta la durata della permanenza abbiamo sempre utilizzato, per lavarci, acqua in secchi in alcune latrine, sporche, maleodoranti e infestate di insetti di ogni tipo. Non si è mai provveduto a riparare alcun guasto per l'intera durata della permanenza nonostante le ripetute segnalazioni al Vicario Generale e al Coordinatore Sanitario. Le giustificazioni ricevute sono sempre state le stesse e cioè la mancanza di risorse per i pezzi di ricambio o di riparatori competenti.
Nelle tre settimane di permanenza sono stati serviti a pranzo e a cena riso, manioca, verdura cotta e banane. La carne è stata cucinata in una sola occasione.
Il ritorno a Juba è avvenuto con un'altra vecchia Toyota Land Cruiser, guidata questa volta da padre Manuel, il 21 agosto.
La strada è di terra e la seconda metà del percorso è molto sconnessa e in questa stagione fangosa per le forti piogge. La perdita di un perno del sistema frenante ci ha costretto a una sosta di circa un'ora a Lania, circa 60 Km da Yei, per rendere possibile l'intervento di un intraprendente meccanico.
Il dott. Zanna è ripartito per l'Italia il 22 agosto dopo una notte trascorsa in un'altra casa della diocesi di Yei a Juba, nei pressi dell'Ambasciata del Kenya. Questa volta in una stanza torrida e con un letto privo di zanzariera nonostante la presenza di nugoli implacabili di insetti. Il giorno dopo le pratiche aeroportuali sono state velocissime grazie all'assistenza di Padre Manuel. I controlli sono comunque molto superficiali e l'aeroporto internazionale di Juba è paragonabile a una piccola stazione per autobus; un solo stanzone per gli arrivi, altri due per le partenze e la sala d'imbarco. All'aeromobile si va a piedi. Una nuova aerostazione è in costruzione da parte di una società thailandese. Anche la pista (veramente corta!) sarà allungata.
Volo di ritorno: stessa compagnia, volo ET493 da Juba (17.15) ad Addis Ababa (19.00) e volo ET708 da Addis Ababa (23.45) a Milano Malpensa (05.35) con Boeing 757.
ATTIVITA', OSSERVAZIONI E PROPOSTE
La valutazione della situazione è iniziata il 7 agosto, giorno seguente all'arrivo dei componenti la missione a Yei, con un colloquio con il Vicario Generale padre Zackaria Angotowa e con il Coordinatore Sanitario Sig. Bilazio Angotowa Diaz nonché con il Angelo Diuck, laureatosi in Economia e Commercio in Italia, designato dal Vescovo Erkolano Lodu Tombe quale Coordinatore dell'Ufficio Caritas di Yei.
Il Vescovo Erkolano Lodu Tombe era in quei giorni assente perchè trattenuto a Roma da impegni istituzionali.
Il tentativo di ricevere da costoro le informazioni utili a un inquadramento della struttura risultavano vani.
Più utili risultavano i colloqui con le Suore della Mission Congregation of Servant of Holy Spirit:, l'indonesiana Maria Isabela Sabu e la ghanese Mercy Benson.
La slovacca Veronika Rackova era assente per un lutto familiare ma attraverso alcune sue e-mail mia aveva segnalato una serie di disservizi che è stato possibile verificare di persona sul posto. In sintesi la religiosa lamentava le condizioni di degrado in cui la struttura era progressivamente sprofondata, senza acqua corrente, con fornitura di corrente elettrica solo episodica, necessità di acquistare generi di prima necessità e medicine utilizzando fondi personali e prezzi in continuo aumento. E ciò anche a causa di un management che lasciava molto a desiderare con scarsa trasparenza dei bilanci e assunzioni di personale insufficienti e con criteri clientelari In particolare Mr Bilazio nonostante le ripetute richieste non ha mai acconsentito a produrre dati e fare visitare il Civic Hospital di Yei. Sarebbe stato infatti di fondamentale importanza conoscerne l'attività per non iniziare la costruzione di una sala operatoria in un contesto ove possono esistere altre priorità.
I dati relativi alla Maltheser Clinic che i componenti la missione sono riusciti ad ottenere e che sono inseriti nell'assessment realizzato in formato Excel, sono stati forniti dalle suore.
Anche il Vicario Generale Padre Zackaria Angotowa, non si è mai dimostrato disponibile a fornire una fattiva collaborazione al progetto di realizzazione della Sala Operatoria. In particolare non ha acconsentito a fornire la necessaria mano d'opera e neppure i materiali (attrezzi, cemento, sabbia). I mattoni utilizzati erano ammucchiati nei pressi del laboratorio ed erano stati fabbricati dai pazienti del lebbrosario nell'ambito di una attività riabilitativa.
Altri mattoni sono stati acquistati personalmente dal Sig. Carovillano con fondi dell'Associazione "Casette Equatoria".
Senza mezzi termini è stato detto che non esistevano fondi della diocesi da destinare alla sala operatoria e che quindi tutto il necessario doveva essere acquistato con risorse della Associazione "Casette Equatoria".
Da un colloquio con Mr Bilazio emergeva però il dato che il St Bakhita Center usufruisce attualmente di due finanziamenti dall'estero: uno per il progetto lebbra e uno per il progetto HIV. La richiesta di poter visionare il bilancio non ha ottenuto risposta.
Nei giorni seguenti si è comunque provveduto alle misurazioni dei locali prescelti e a stendere un progetto di ristrutturazione con realizzazione di una sala operatoria con annessi locali di servizio e descrizione dei percorsi.
Sottoposto il tutto al Vicario Generale Padre Zackaria Angotowa, all'Health Coordinator Bilazio e al Vescovo (nel frattempo arrivato da Roma), se ne otteneva una sollecita approvazione. Si procedeva quindi a iniziare i lavori di demolizione e successivamente di ricostruzione acquistando il materiale con fondi dell'Associazione.
Nei giorni di permanenza nella Diocesi, il dott. Zanna ha prestato servizio ogni mattina nell'ambulatorio visite ai pazienti esterni coadiuvato dal Medical Officer Sig.a Veneroda Yabu; ha visitato tutte le strutture del centro sanitario di base e del lebbrosario, parlando con le infermiere del Centro S. Bakhita e con il Medical Officer Sig. Veneroda Yabu e ha inoltre conferito con tutti i religiosi presenti (sudanesi, indiani, congolesi) e con le due suore presenti della Mission Congregation of Servant of Holy Spirit: l'indonesiana Maria Isabela Sabu e la ghanese Mercy Benson.
Nel pomeriggio ha coadiuvato i Sig. Carovillano e Bagnolo nei lavori di cantiere.
Al momento della sua partenza da Yei i lavori di costruzione delle nuove pareti erano giunte a buon punto. Il 5 settembre è poi rientrato in Italia il Sig. Antonello Bagnolo che ha riferito dell'avvenuto completamento delle tramezze murarie.
Per il restante lavoro il Sig. Antonio Carovillano non ha più a disposizione fondi e pertanto a breve rientrerà in Italia.
Il dott. Zanna ha provveduto in loco personalmente a esporre tutta la mia perplessità al Vescovo sulla possibilità di realizzare il progetto se non vincolandolo a tutta una serie di premesse:
- Reperimento fondi per ultimare i lavori in muratura e i rivestimenti
- Reperimento fondi per infissi
- Reperimento fondi per equipaggiamenti sanitari
- Reperimento fondi per realizzazione di un impianto adeguato di fornitura di corrente elettrica o alternativamente un allacciamento a una rete di distribuzione (società elettrica)
- creazione di servizi igienici adeguati
- realizzazione di una struttura di degenza postoperatoria in una ala del padiglione a croce già esistente creando un collegamento con il fabbricato ove è situata la sala operatoria
- adeguamento dell'organico infermieristico e medico
- realizzazione di un accordo con Medici in Africa per la fornitura di medici specialisti da impiegare nella costruenda sala operatoria che preveda in cambio della propria attività professionale in forma gratuita, la copertura delle spese di viaggio aereo e terrestre, vitto e alloggio durante la permanenza a Yei
- realizzazione di un progetto formativo per inserire medici sudanesi nell'attività in oggetto conferendole una progressiva crescente autonomia
CONCLUSIONI
Nonostante il Vescovo di Yei ed i suoi più stretti collaboratori abbiano espresso pubblicamente la loro soddisfazione nel corso di una riunione diocesana ed abbiano manifestato il desiderio che la missione costituisca l'inizio di una fase di collaborazione più stretta tra le organizzazioni promotrici/attuatrici e la Diocesi di Yei si ritiene che il supporto locale al progetto sia stato del tutto incompleto e insoddisfacente e complessivamente inadeguato.
L'apertura della Sala Operatoria è ancora un obiettivo lontanissimo, almeno allo stato attuale delle cose.
Il Coordinatore Sanitario e il Vicario Generale non si sono rivelate persone collaborative e affidabili.
Il Vescovo non sembra essere in possesso, al momento, quelle libertà organizzative e decisionali che dovrebbero competergli e molto spesso delega ai suoi sottoposti decisioni che dovrebbe prendere in prima persona con ripercussioni e ritardi sul corretto avanzamento del progetto.
Come già proposto da Suor Veronika forse sarebbe opportuno un rinnovamento nel management.
La sistemazione logistica riservataci non è stata buona per i motivi già esposti.
In previsione di un invio di Medici dall'Italia dovranno essere migliorati almeno i servizi igienici.
Genova, 22 settembre 2012
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